lunedì 9 febbraio 2009

ha fatto bene?

Arrivando via aereo in alcuni paesi, poco prima dell’atterraggio, le hostess consegnano ai passeggeri un modulo da compilare e consegnare poi a un qualche ufficio doganale. È una roba che per sfacciata idiozia gareggia solo con il nostro famoso test dei tre giorni, vantando domande del tipo “stai per caso trasportando con te dei veleni?”. Chiunque pensa: va beh, ma anche se fosse non è che te lo dico, ti pare?
Invece evidentemente sì. A quanto pare ciò che vogliamo fare è questo: DIRGLIELO.
Ora, no, tranquilli, non è un post sulla privacy, il controllo sociale, Google e i social network - il collegamento è ridondante. Stavo pensando a qualcos’altro.

La radio di cui sotto ha un intermezzo di “news”, e giuro che niente in questa settimana mi ha sconvolto di più, nemmeno le dichiarazioni di Berlusconi sull’attività mestruale della Englaro. Prima notizia: un ministro britannico esorta i suoi concittadini a darsi al ballo per scongiurare la piaga dell’obesità. Seconda notizia: intellettuali cattolici firmano una petizione a difesa di Eluana. Terza: nonostante ci siano delle irregolarità amministrative, la clinica di Udine non interromperà la procedura. Davanti a tale inaspettata faziosità la mente ha vacillato, e in quella vertigine potrei essermi persa un’altra notizia, forse due. Ultima notizia: la polizia difende il guidatore ubriaco, di nazionalità romena, che ieri ha investito e ucciso un uomo, dalla folla che voleva linciarlo. Ha fatto bene? Rispondete mandando un sms: i risultati del sondaggio saranno pubblicati domani da City, il freepress che trovate eccetera.

Ha fatto bene?

Ha fatto bene? Ascoltatore di una radio che s’intende rivolta ad amanti di un genere musicale un tempo considerato “sovversivo”, espressione di valori del tipo sesso=buono, droga=molto buono, scappare da questo posto di merda=ancora più buono, e immagina che bello se non ci fossero nazioni né religioni, in ogni caso la risposta soffia nel vento - ascoltatore, dimmi, secondo te quei poliziotti hanno fatto proprio bene bene a difendere un uomo dall’essere linciato, o potevano farsi anche un po’ i cazzi loro?

E nel caso secondo te avessero dovuto lasciare quella merda d’uomo, quell’ubriacone immigrato clandestino molto probabilmente stupratore e di certo con una notevole percentuale di sangue zingaro (o per lo meno ebreo), dicevamo, lasciare quel bastardo assassino alle unghie e ai sassi dei passanti: diccelo. Mandaci un sms. Mandaci una mail. Chiama in trasmissione all’ottonovenove. Unisciti al gruppo su Facebook, commenta la notizia nel forum dei lettori del Corriere.

Poterti smembrare coi denti e le mani/ Sapere i tuoi occhi bevuti dai cani.

La settimana scorsa s’è parlato della valanga di mail che la parlamentare dei Radicali, Rita Bernardini, ha ricevuto dopo aver fatto visita in carcere, in quanto membro di “Nessuno tocchi Caino”, agli imputati dello stupro di Guidonia. fai veramente schifo, ti auguro di essere stuprata da un branco di merde come quelle li, ma magari ti piace perche a quanto sei brutta e fai schifo non ti scopa nessuno troia del cazzo, ti auguro pure che ti venga un tumore al cervello (se possibile visto che materia grigia non ne hai molta), e che te ne vada quanto prima tra atroci sofferenze, pregheremo tutti perchè tu muoia. Spero tanto che un Rumeno ti stupri a morte la figlia. a te piacerebbe non poco essere violentata da sei rumani, lurida che non sei altro, peccato che cesso come sei nemmeno i rumeni ti sfiorerebbero! Se qualcuno avesse lo stomaco di stuprare un rospo come te, vado personalmente a complimentarmi per il coraggio!!! "Bernardini "che si interroga sul maltrattamento delle " bestie stupratori" di Guidogna..dovrebbe subire PARI STUPRO ai danni di un suo caro (a lei no pearchè potrebbe essere oggetto di piacere)..
Lo stupro nella doppia funzione di punizione e di dono. Sei una donna, quindi se ti devo augurare un male penso “ti stuprassero”. M’indigno per lo stupro di una donna e quest’indignazione la esprimo augurando a un’altra donna di subire la stessa sorte; la verità è che non me ne importa una sega di quella donna (la prima), né penso che lo stupro in sé sia particolarmente grave, è QUELLO stupro (il primo) che non mi va giù, e il motivo è squisitamente antropologico: degli stranieri hanno rubato ciò che è mio, mi sono entrati in casa e hanno cagato sul mio letto, ed è questa e solo questa la violazione a cui reagisco.
Va beh, ma queste cose le dice molto meglio di me FikaSicula, quindi abbonatevi al feed del suo blog e perdonatemi per questo sfogo. Sto parlando della parlamentare per un’altra ragione che non è la fenomenologia dell’italico stupro: per il fatto che le mail siano firmate.

Di questa faccenda non riesco proprio a liberarmi. Il nome e cognome, le foto del profilo. “crepa puttana di merda”: non è un pensiero di cui mi vergogno, che mi compare sullo schermo mentale all’improvviso e che subito reprimo. No, rivendico il mio odio, la mio violenza: ci metto la firma, ci metto nome e cognome, lo dico a tutti, inoltro agli amici la mail di insulti e minacce che ti ho scritto, invito i miei colleghi ad aderire alla mia azione, e ne parlerò stasera in famiglia. Sputare così, senza alcuna esitazione, sul contratto sociale, sulla mediazione dello stato tra lupo e lupo, sulla concezione moderna del reato come ferita inflitta alla società e non come questione privata e della punizione come risarcimento sociale e non come vendetta personale.
È come se la società avesse perso ogni funzione e ogni realtà. Perché stiamo ancora insieme, se non riconosciamo più alcuna utilità, alcuna rappresentatività alla forma sociale - lo Stato nazionale democratico - che negli ultimi secoli ha dato forma alla nostra esperienza del vivere comune?
Non è un problema di globalizzazione. Io rigetto le soluzioni cosmopolitiche, alla Beck, al tramonto dello Stato nazionale; non penso che la soluzione sia semplicemente allargare lo stampino mettendoci dentro una porzione di territorio più vasto. La nostra cittadinanza è fondata sull’esclusione (dei non-cittadini, of course) e inevitabilmente eliminando quell’esclusione elimineremo la cittadinanza; la nostra democrazia è modellata sulla nazione, ed eliminando la nazione elimineremo la democrazia; eccetera. Questi erano problemi di cui si è dibattuto alla nausea quando era in voga il comunitarismo, mentre ora che di moda è il cosmopolitismo non ne parla più nessuno. Ma il maledetto Stato ci si sta disintegrando sotto gli occhi, si stanno disintegrando le premesse normative e morali del vivere sociale. Io vedo soltanto persone (e movimenti) che rifiutano la società, a partire dalle posizioni più diverse: tecno-utopie di individualismi connessi in rete, integralismi teocratici, post-fascismo, senza dimenticare le nostre care orde di xenofobi tarantolati. Molti, moltissimi di coloro che invece difendono la forma tradizionale dello Stato, con le sue istituzioni, mi sembrano farlo per un riflesso condizionato, per un automatismo dettato niente più che dalla percezione della propria posizione in un gioco di contrapposizioni che intende la politica come scelta tra vasca e doccia.

Mi sa che mi sono fatta prendere la mano, eh? Diciamo pure che se passerà di qui qualcuno a spiegarmi che ho scritto solo grosse e fragorose cazzate ne sarò molto contenta, dato che ora sono solo molto preoccupata. Ma non perché lo Stato o la democrazia mi piacessero, bensì perché non mi sembra che abbiamo raggiunto uno stadio di evoluzione (politica, filosofica, e personale, e spirituale, o addirittura biologica) per cui il passaggio a un’altra forma di organizzazione sociale si configuri come una liberazione. A me, ora, sembra portare solo caos e barbarie: violenza privata e pubblica, annichilimento dell’altro, discrezionalità di ciò che chiamavamo “diritti”, insomma l’annullamento delle conquiste sociali dello step precedente in nessun modo compensate da altre (maggiori o diverse) conquiste.

Oh beh, sì: buon lunedì anche a voi.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie Irene. Ce l'avevo in gola e tu l'hai tirato fuori.

Hai anche tirato fuori la consapevolezza che in questa "evoluzione" come la chiami tu, che forse evoluzione non è mai stata, diciamo negli ultimi 1500 anni per lo meno, ci sia sempre stato nascosto un pericoloso male silenzioso ed incurabile.

Lo vedo negli occhi di chi mi sta intorno, nella loro incapacità perenne di essere "qui ed ora".

E' qualcosa che rende "normale" scrivere - e firmare - certe cose miserabili, spegnere il pc ed andare fuori da scuola a prendere le figlie, e a chiacchierare di calcio o del tempo o di chissà cosa, per poi tornare a casa a togliersi di dosso con le unghie certi sorrisi fossili e tornare alla propria occupazione preferita: odiare tutti.

Gli italiani odiano tutti.

nikink ha detto...

mi spiace non poterti dire che hai scritto cazzate, siccome in realtà hai dato forma ad una riflessione anche mia: non stiamo superando lo schema precedente per evoluzione ma per disfacimento, è così... very few dicks .-(

Anonimo ha detto...

no non hai scritto cazzate - purtroppo.

e non è vero che 'ste cose le dico meglio di te :)))

diciamole in tant*, più siamo e meglio è che il web è enorme e la nostra voce non arriva a tutt*.

ecceppalle!!!

ma hai sentito dell'altro stupro da quattordicenni?

vado a scrivere un manuale di sessualità per adolescenti.
penso ce ne sia il bisogno. :(((

ciao

Anonimo ha detto...

Altro che spostata; hai colto in pieno nel segno.
Sempre più mala tempora currunt, anzi, galoppant :-S

Anonimo ha detto...

e invece hai scritto un gran bel post

Irene ha detto...

@Miki: sì, odio, ma non come contrario di amore fraterno /solidarietà, proprio odio selvaggio, dell'animale che sente l'odore del sangue ed entra in berserk. non è l'odio dell'asociale, è l'odio dell'omicida.

@nikink: sotto la tua scorza di buono batte il cinico cuore di un pessimista. :)

@fikasicula: sì, ce n'è bisogno davvero. i ragazzi sono sempre trattati come dei pericoli, così quando si parla di giovani in crisi in realtà s'intente "potenziali delinquenti su cui stiamo per perdere il controllo". io penso che chi commette uno stupro deve essere davvero molto malato, deve avere un male vero nella mente, nel cuore e nel corpo, perché è dalla sessualità che si capisce quanto una persona stia bene, e una sessualità che porta a una tale oggettivazione dell'altro, oggettivazione che inevitabilmente porta alla violenza, implica un'oggettivazione, una presa di distanza anche da se stessi. stiamo crescendo una generazione che si odia, che odia se stessa, i propri corpi, i propri sentimenti; una generazione di ragazzi che fanno violenza a tutti, a se stessi e agli altri. il tutto ovviamente nello sfondo di una società che giudica normale la degradazione delle donne, ça va sans dire, sfondo che veicola questa violenza e quest'odio indicando le vittime designate.

@miic e l'anonimo commentatore: grazie! :)